Violazione di Domicilio
Il Libro

Noir
di Bruno Vallepiano
Tascabili noir -Edizioni F.lli Frilli
Genova - 2008
Pagine: 192
Formato: 12 x 19
Prezzo: € 9,50

Violazione di domicilio

Parlare di libri in tempi come questi può sembrare anzi, a tutti gli effetti è, una forma di resistenza. La lettura oggidì  sembra essere qualcosa di residuale, di marginale ed episodico nelle nostre esistenze. Il quotidiano più venduto in Italia continua ad essere la Gazzetta dello Sport e i “Grande fratello”, le “Isole dei famosi” gli “Amici” della De Filippi la fanno da padrone con milioni, dicasi milioni di telespettatori. Ora questa non vuole essere una lamentazione né tantomeno si vuole fari gli chic o gli elitari e gridare “ah, mala tempora currunt”. La nostra, semmai, è semplicemente una constatazione. Nelle redazioni delle case editrici viene comunemente definito dai ricercatori “forte lettore” chi legge almeno dodici libri all’anno. Dodici, un libro al mese, (e non mi sembra un granché) e si entra nel top delle statistiche, preda ambita dagli uffici marketing delle suddette case (e mi sa che molti dei presenti appartengono a questa categoria). C’è di che riflettere, se sempre le stesse fonti ci dicono che oltre il 66 % dei laureati  (ovvero persone che, almeno per formazione scolastica dovrebbero avere una maggiore consuetudine con la scrittura) legge meno di un libro all’anno e che il tempo trascorso dai bambini di età compresa tra i 6 e i 12 anni davanti alla TV è di 25 – 27 ore alla settimana (che vuol dire una media di oltre tre ore al giorno). C’è veramente da riflettere, sempre che si sia convinti che la lettura, a differenza di altre attività umane, rappresenti una delle vie privilegiate per formare una coscienza critica ed individui in grado di avere uno sguardo autonomo e personale sul mondo. Ora, facendo un salto indietro di una ventina di secoli, ecco che ci viene in aiuto Aristotele il quale affermava che “la poesia è più filosofica e più elevata della storia: la poesia esprime l’universale, la storia il particolare. Lo storico e il poeta non differiscono perché uno scrive in versi e l’altro in prosa…la vera differenza è questa, che lo storico descrive fatti realmente accaduti, il poeta fatti che possono accadere.” In virtù di questa universalità l’arte, la letteratura, e noi diciamo il romanzo, non si riducono a semplice gioco formale ma tendono a  configurarsi come una rappresentazione dell’essenza delle cose, ovvero rappresentano un’attività dotata di un’eminente funzione conoscitiva. Ecco perché, forti di queste considerazioni, un romanzo come “Violazione di domicilio” ci sembra un libro interessante. In primo luogo perché ci diverte (non dovrei dirlo, ma lo dico, il libro è bello, ironico, coinvolgente) e, in secondo luogo perché ci dice delle cose ovvero, e riprendiamo Aristotele, si configura come una rappresentazione dell’essenza delle cose. Voi direte, ma il romanzo di Bruno Vallepiano è un noir, un libro di “genere” (e talvolta si attribuisce al termine un’accezione svalutativa). Si, però il noir è per molti aspetti definibile come il vero romanzo sociale dei nostri tempi dove, metabolizzate le brumose e tardopositiviste atmosfere di Sir Arthur Conan Doyle e del suo alter ego Sherlock Holmes, così come quelle metropolitane dell’hard boiled di Chandler e Hammett il noir, in Italia e fuori d’Italia, è diventato oggi uno dei migliori strumenti per conoscere e addentrarsi nelle trasformazioni delle città e della provincia profonda, nelle metamorfosi del potere e della psicologia individuale e collettiva. La letteratura “gialla” (che trabocca di sinonimi come il kriminal roman tedesco o la crime novel inglese, il noir ed il polar francesi, così come di sotto generi come il poliziesco, il legal thriller o il medical thriller), dicevamo sembra oggi avere più di altri generi letterari il polso della società. Infatti certo noir, ed il noir mediterraneo in particolare, (dal francese Jean Claude Izzo a Massimo Carlotto al nostro Bruno Vallepiano, per intenderci) sembra prestare la sua attenzione più che al meccanismo del delitto, all’ambiente in cui esso è maturato, scavando in profondità nei recessi e nelle strutture della società che l’ha partorito. In “Violazione di domicilio” poi, la fusione e metabolizzazione dei due generi gialli per eccellenza -il giallo classico e l’hard boiled- a tratti si tocca con mano, con il detective privato (in questo caso il professore di filosofia Mauro Bignami, investigatore dilettante fin che si vuole, ma sempre investigatore) che talvolta come i personaggi di Chandler, usa mezzi, se non violenti, certo poco corretti e ortodossi (con una flessibilità che alle forze dell’ordine non è consentita). D’altro canto, del giallo ad enigma o classico, “Violazione di domicilio” conserva la scoperta del delitto in base ad un’analisi deduttiva a partire da indizi più o meno nascosti e/o fuorvianti. Ma dicevamo, ciò che pare essere l’obiettivo principale del romanzo, al di la della scoperta del colpevole, è il contesto sociale,  è la situazione in cui esso è maturato. E allora, a questo proposito, ancora due brevi notazioni sull’ambiente del romanzo e le sue implicazioni: da un lato abbiamo la montagna con la neve ed il suo nitore, la sua solitudine e le erte salite. La montagna, luogo delle sfide e del “misurarsi” ma anche provincia profonda, dove non accade mai nulla e dove, invece, dietro la calma apparente che essa ispira si nasconde il dramma. E poi, tra le mille notazioni che potremmo fare, la particolare odiosità del delitto ed il legame con la scoperta del medesimo. Un delitto abominevole e impronunciabile (anche perché se lo pronunciassi vi priverei del piacere della scoperta, che è bene facciate leggendo il libro) che rappresenta un abisso per la società e della società, un delitto che lo sprofondare e il perdersi di quei valori minimi che fanno da collante al vivere civile, un delitto che simbolicamente è un crimine contro il futuro ed il domani. Bene, l’odiosità del delitto, dicevamo, si intreccia con il luogo della scoperta assolutamente simbolico e non casuale, che avviene in un abisso, in una grotta, spelonca nella quale il protagonista, come tutti noi, rischia di perdersi. Anch’io per evitare che voi perdiate la pazienza è bene che mi fermi qui e vi rimandi direttamente alle parole di “Violazione di domicilio” di Bruno Vallepiano.
Presentazione di “Violazione di domicilio” a Cuneo. 20 febb.2009 – Carlo Turco



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